Guardai a picco di questa mia esistenza
funambolo fra estremità in tensione:
la corsa al vivere rincorsa
da un senso – atteso – ribelle di morire.
Sgranai gli occhi
sulle stazioni morte
risorte nel ricordo dei profumi.
Furono memorie.
Così quei passi – rintocchi cadenzati –
delle intenzioni vecchie
gridate a nuove.
Maggio rianimò.
E dolce fu lo spasimo
dell’ultimo respiro.