IL CARDELLINO PRIGIONIERO
Una chiocciante gorgia: non la faccio
per opporre al chiuso volo dei giorni
arie svagate e più lievi contorni,
come ignorando d’esser preso al laccio
di sempre nuovi inganni, teso ai corni
del dilemma: se taccio non la scaccio
la paura che la speranza torni,
se canto mi risento il cuore diaccio.
Così finisco per restare in gabbia
a contentarmi d’essere scontento
di convertire invece poca rabbia
in tiritere di cui poi mi pento.
Si ficca dappertutto questa sabbia
nell’aspra lingua che traduco a stento.