Esiliato
in un fronte che è solo futuro
Frugare da lontano
Il mio umano scorso
Avvicinando una fragranza zuppa di costume
nell’ormai presa di sussistere
Quando la palpebra si arrende
nella moria di mia via
si infonde la mestizia
Isolato ed esiliato
immergo la mia proiezione
in lacrimosi bicchieri di rosso
E in un momento mi ritrovo tra il vivere e l’esistere
esiliato sperduto tra creatura e muratura