Inutilmente gli aghi della torre
compassano il quadrante.
Il tempo si è fermato
nell’eco che moltiplica il chi siamo.
(Riverbero di ceppo che divampa
sulla pietra d’altare sconsacrata,
forma esplicita o grumo
di parole altrui?).
Gli occhi della congenita miopia
vane aguzzano lenti affumicate:
sipari d’ombra relegano il cielo
negata azzurrità
scialbato inganno di sopravvissuti
L’ora immobile scava
fosse
più che la morìa.
Se natura imbelletta ,puntualmente
la terra dei sepolcri
è artifizio che illude.
Di sotto è il vermicaio.
Smuoveremo i minuti
di quest’ora restia? Chi lo può dire!
A noi preme capire
perchè imdugia la mano.