S’alza un trepido vento,
nella placida Sera,
che sa di lame affilate:
scaglia, rapidamente, e conficca
l’Angoscia d’una notte celata
la spada nella consueta esistenza.
Un grido, in un antro per te remoto,
rinnova un algido abbraccio, che non può
la tua pelle nuova scaldare
nella carne odorosa.
Tu vieni, mia muta compagna,
con la tua grazia infantile,
con i tuoi effluvi magnolici
a rimembrare il Piacere,
ma la mia propensione a trascorrere
in secoli volti al Tramonto
non potrai cancellare.