In riva al lago le barche
oscillano nel denso tramonto.
Un cono di luce rossastra investe le anatre
che si rincorrono sbattendo le ali.
Spruzzi d’acqua e nebbia all’orizzonte
e il presentimento di qualcosa che deve accadere
tra la linea del lago e il colmo del cielo.
Il sole è offuscato dalle nubi,
filtra sciami di mosche intontite dalla risacca,
mentre lo sguardo cerca un punto di riferimento
oltre le colonne di luci tremule,
oscilla tra le terre emerse in mezzo al lago
e le terre della sponda più distante,
si fonde con il quasi impercettibile sussurro
di chi sente l’ombra delle cose
e il tempo che si mangia il tempo.