Ecco le mani del mondo, nella nebbia,
un freddo raro, ricorda le acque morte
di un’infanzia che non ci è mai appartenuta,
lontano da qui, il peggio è un linguaggio
incomprensibile scavato tra inestimabili
colli, più facili all’epifania
che alla cronaca, nata in una voce
che più spesso è stata un suono.