Joel Robison
IL PIANOFORTE
Varata dalla mia mano
come una nuova nave
tu mi hai lasciato come una poesia
scendendo in mare
e il mare, l’antico amante
quante navi ha affondato nel suo letto
quell’amante, quante stelle
ha frantumato nel suo sacco a pelo
e tu, tutta la vita
ad aspettare una nave e un eroe.
La mia mano è la barca
una sera dipingerai.
Lunghe ciglia per lei.
La mia poesia è breve
perché stanno pescando
l’ultima farfalla.
Il battere del remo non è una pugnalata
nessuna onda fu uccisa da una spada
nessuna stella morì tisica
e la Luna non soffrì mai di tosse canina.
Lascia che questo fiume prenda la sua strada
e che questa poesia segua il suo corso
la mia mano non deve rifornire la tua
e il mio sangue non è tributario del tuo.
Più ti avvicini a me
più prendi la forma del mare.
Marinai ripetuti
in mari e porti ripetuti
in navi ripetute
su spiagge ripetute
nella ripetizione di una donna.
Questa è la confessione della poesia
del suo nome.
Perciò lascia che il fiume segua il suo corso.
Nella mia mano un flauto
il tuo corpo è il pianoforte
che attende un tocco per esplodere.
Un uccello primaverile vi atterrò sopra e volò via.
Udii la musica nelle tue vene cinguettare.
La seguii. Una voce mi disse:
sali sulla montagna
ma tu aspetti tutta la vita
una nave e un eroe.
Lo stormire di tutti questi rami mi assalta
mi telegrafano alla morte.
Udii la musica del tuo sangue
la seguii e la voce venne a me.
Quando la pioggia cade
gli alberi cominciano a nitrire.
Tu sei colei che ha insegnato alle stelle
come scrivere.
Sei il cielo. Chiunque passò
prima che io ti vedessi era una nuvola.
La mia mano non era un poema quando venni
né una barca.
Io non dimoravo né viaggiavo
ero mano su mano
bocca su bocca e sangue in sangue.
Un’unità indivisa
perché fui il primo a vederti
tu eri fra terra e cielo
il primo nome.
Fra Dio e i profeti tu eri.
La prima donna
come viaggiarono tutti questi anelli ripetuti
in tante dita ripetute.
Questa è la confessione della poesia.
Della cospirazione.
Questa è la mia confessione.
Ora essi assediano la mia mano
e pescano
l’ultima farfalla.
La mia poesia è breve
lascia che questo fiume segua il suo corso.
Lasciagli mangiare i marinai affamati
e i gabbiani affamati.
Lascia che le spiagge proclamino lo sciopero
e che il passero si nasconda in un libro
e lascia che tu sia una poesia contrabbandata
fra mano e sangue
e dal mio sangue scenderai
in mare sempre come una barca di contrabbando.
Il tuo corpo è un pianoforte
che aspetta una mano,
un candeliere, una conchiglia o uno spettro
Ah, io sono il viaggiatore che ti vide
le mani di Dio sono realmente parlanti,
la pioggia non si è mai costruita un riparo
e i viaggiatori mai
mai sposarono alberi.
Mueen Bsyso