Gabor Szenteleki
MADRE SEGRETA
Il miracolo di questa vita tutta stropicciata
sgangherata è un miracolo che non è di lampo
viene da una poesia che deborda dalla pentola
in cui l’alchemico apprendista mescola grumi
di coscienza strappati con le unghie al volere
del Signore. E allora aggiunge e schiuma e toglie
e poi tutto che bolle come in una danza
e alla fine si lascia decantare.
Da quella pentola vivente si sentono le voci
anche quelle per cui invano invochi il dono
della perenne sordità. Luci. Il dolore delle lame
delle luci. Ci si guarda attorno spaventati
e poi con lo spavento grande fatto a imbuto
si trangugia la solitudine. O Madre segreta.
O Madre silenziosa e attenta. O Madre ruvida
e tagliente come una polvere di vetro.
Sai che resistere al dolore è una forma di vita
distratta. A volte allora basta un latrato
di un cane – inappropriato – un gallo
che ha smarrito il tempo o la tuba bassa del pavone
per dare condimento a quel paiolo di cui
a dire il vero non so neanche spiegare come bolla
così, senza il suo fuoco.
Marco Ribani