Un’altra sera si è spenta
nell’aria di gelo dei tuoi occhi
e non ne restano molte per guardarti
sorridere almeno da lontano,
quasi in segno di sfida,
mentre t’appresti a fuggire
rincorrendo i tuoi sogni.
Ora mi tocca rapirti la luce che rimane
del tuo sguardo e tenerla nascosta
dentro il cuore
e vegliarla di notte, che non la porti via
il vento dell’addio.
Ma tu adesso scantoni per vie inaccessibili
e mi lasci a cercarti in quell’ombra,
che s’aggiusta, con mano lieve
sfiorandoli, i capelli sulla fronte,
e poi scompare
viva nel mio rimpianto.