Corrono voci
Dal basso dei cortili
Seguiti da respiri brevi,
Chiusi,
Infranti sulle soglie
Di una prigione d’ossa.
Dell’aurora il profumo e le luci,
Ma mancano le labbra,
Schiuse tra le rose del giardino di fronte,
Coperte dalla lieve rugiada color argento
E protruse in un gesto di speranza
Che ci culla
In un limbo di piacere e violenza.
Impossibile sperare
Che ancora una volta
La notte scendesse prima
Celando il mio viso
Rosso di quel bagliore senza fiamma
Che smarrito assedia la mente.
Così rimango qui,
Seduto in quest’angolo
Al crepuscolo delle ore mie più amare,
Quando sola
La mia anima
Si incammina
Verso un dove ai margini lievi
Di una pioggia di Marzo,
Coricata su un velo
Di fiori e lanterne,
Vagando alla ricerca
Di un focolare di canti e sogni
Che non abbia prezzo alcuno
Se non quello del cuore.