MADRE
(carnificare i ricordi
quando la mente li scalza
frazionarli in radici
non elevate a potenza
rendere il cuore una vagina
calda)
1.
nacqui dal sangue della terra
plebea del tuo amore,
terra che non nutristi
sterile acqua
liquida parola
che tu negasti
2.
ti rendo immagine su carta
perché tu non possa cucirmi
nella tua tela, diaframma
che ti allontana, fragile
schermo dove proietto
l’attesa del tuo volto
3.
ripongo in scatole quadrate
la mia offerta votiva:
essere donna, cibo, natura
madre di me stessa
4.
totemica dei tuoi resti
li rendo perle oblique
nel rosso del mio sangue
come fossero semi
5.
dea, tabù distante
a te offro la mia fame
per te apro la mia culla
6.
resta in pareti chiuse
la volontà di esserti.
nello specchio di carta
mi ritraggo, restituisco
il tuo utero vuoto
7.
schiudo la mia vagina
il seme cade sulla terra
perla di verità rifratta
che rendo ornamento
carezza ovale sulle pareti
8.
mi riempio del tuo digiuno
mi metto in posizione
genero la mia bambina
incarno le tue mani
per accarezzarmi
9.
Accabadora
Matrix
Terra
su cui rinvengo
10.
rosa che non fui rosa
di te mi nutro
ricado nei solchi
11.
madre
quando tutto il dolore
sarà ingoiato e annegato
il desiderio delle tue mani
sul mio sterile ventre
sarò io il tuo grembo
Paola Santucci maggio 2012