Difficile scrivere di un libro che senti molto vicino per tematica e per angolazione di sguardo, sembra che le sue parole ti stiano addosso e non vogliano mollare la stretta di un abbraccio. Può sembrare fin troppo ingenua questa considerazione, allora ti fermi a considerare il contenuto dei testi, in questo caso poesie, che hai davanti agli occhi: parlano di una città, Napoli, che è il nucleo di altri luoghi (Giugliano, Milano), e il centro gravitazionale di una vita. Arrivi a pensare che quel pendere verso una condizione originaria sia anche la tua, e cerchi di capire, ancora una volta. Questo mi è capitato leggendo Futuro semplice di Gianni Montieri (Lietocolle, 2010).
La raccolta si apre con questi versi, contenuti nella poesia Risparmi: “Io sto al sud proporzionalmente/ appartenenza più che somiglianza/ porto tracce degli umori, la durezza/ -certi sguardi-“ Chiedersi del sud, della propria appartenenza ad esso, non è mai cosa scontata, proprio perché in queste terre la condizione dello spostamento è cosa mai pacificata. Prima che spostamento geografico (il dato sociale dell’emigrazione), intendo uno spostamento linguistico che comporta una diversa visione delle cose, rispetto al resto del Paese. Il bilinguismo secolare, dialetto e/o Italiano, in cui è calata questa parte d’Italia, costringe il poeta a interrogarsi naturalmente, per necessità, sullo spostamento.
Non si riflette mai abbastanza sul fatto che per i napoletani il dialetto è la vera la lingua madre, mentre la lingua acquisita è l’Italiano. Il dialetto è una lingua prevalentemente orale, mai formalizzata in grammatiche o manuali: il dialetto è la lingua dell’appartenenza. Scrivere di Napoli in lingua italiana significa allontanarsi geograficamente e semanticamente dal centro. (A latere di quanto sto dicendo, mi verrebbe da chiedere: quali e quanti sono gli scrittori napoletani che provengono veramente dal “corpo di Napoli”?)
Già nei primi quattro versi di Futuro semplice quindi abbiamo la condizione della silloge, l’aporia che deve affrontare il poeta: dire dell’origine allontanandosene. Scrive Montieri ancora nella poesia Risparmi: “dicono che non ho l’accento/ particolare privo d’importanza/ la parole tronche, questo conta/ sono tutti i miei risparmi”. La poesia d’apertura è di una semplice e tremenda efficacia. Lo spostamento diventa quindi condizione di partenza, la condizione di chi vive il tempo che è da venire (Il futuro semplice del titolo): “Ci siamo spartiti molto/ dissolto in lontananza il resto/ tenendo bene in mente/ la scelta fra l’andarsene e il sognare” (Parzialmente terreni).
di Vincenzo Frungillo
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ISBN: 978-88-7848-546-4
Anno: 2010
Prezzo: € 10,00
MILANO, ORE 19.30
C’è una luna gialla
altezza guglie
a illuminare le conversazioni
gli aperitivi a Piazza dei Mercanti
passi rapidi
verso le scale di Cordusio
o in direzione opposta
in coda per il cinema
un diniego negli occhi della donna
dice all’uomo che tornerà da solo
al tavolino fa di colpo freddo
– il conto, per favore – .
STAGIONE DI CONCERTI
È un rarefarsi lento d’aria livida
un colpo battuto in terra di nessuno
questo sintomo di vento umido
che non scompone foglie
su noi non lascia traccia
non piove in segno di rispetto
in memoria di un’estate troppo breve
di nuotate in vasca corta
mentre è già stagione di concerti
di code ai botteghini.
Gianni Montieri è nato a Giugliano, provincia di Napoli nel 1971. Vive e lavora a Milano. Questo è il suo primo libro.