sogno di carbone e il tuo reggiseno
squarciato
come la mia anima
al tramonto
lattine di birra e mozziconi sporchi
di rossetto
nuotano nell’oscurità
sorgente
con capelli rame e oro
su carta da
parati… brividi e razzi decollano
e scavano fosse di piacere
alla sera,
mentre le luci della città sono calde e bruciano
dentro come il whisky — fanno male più dell’incertezza
o di una data coscienza delle cose;
i tuoi capelli come un lenzuolo sulle gambe,
come un tenero contagocce d’assenzio che m’incolla
le palpebre, come un gelido racconto lungo le
ossa del mio presente illuminato a neon,
i tuoi capelli
come il sonno senza sogni
di puttane
ubriache; seduto ai bordi del letto
fumo l’ultima sigaretta
ascoltando Liszt… forse, penso, forse
sono sempre gli stessi
che non esiterebbero a piantarti un coltello
nella schiena chiamandolo
amore e,
perdio, anche il sole puzzerà di uovo marcio
domani
e i miei occhi e il mio povero
cervello
ridicolizzati come la faccia di Cristo
agli angoli delle strade; e così sia! lascia
che fumi quest’ultima sigaretta
mentre il ragno dorme lontano dalla preda,
mentre la luce è solo polvere cadente
da un accappatoio,
mentre le poesie restano ammucchiate ai miei piedi
ai tuoi piedi
ai piedi del mondo
forse, penso, forse c’è ancora
speranza.