Ho un sogno – leggìo di un’antica
speranza – senza merito né pretesa.
Ritorneremo a raccontarci le storie
a cavalcioni ciascuno della propria nuvola,
mentre i più piccoli si rincorreranno
in equilibrio precario
sulla parte più alta dell’arcobaleno.
Le rime si baceranno felici,
ricordando il cuore poeta
che le dipinse con una punta di bene.
Danzeremo alla musica di note celesti,
ammirando stupiti le schiere degli angeli
che intorno intonano cori di gioia e di risa.
Nel frattempo vedremo sfilare,
rivestiti di luce e bellezza,
miriadi di poveri Lazzaro
nel Giorno che non potrà più morire.
Anche il buon ladrone sarà in festa
nella notte lucente di stelle
in un girotondo di sante e di santi.
Ferdinando Battaglia