dall’introduzione
Per chi non lo sapesse, la Via Alloro ricade nel cuore del centro storico di Palermo e prende il nome da un rigoglioso albero di lauro (simbolo arcaico ed augurale) che fino ai primi anni del ‘700 verdeggiava nel cortile d’un prospiciente palazzo nobiliare . Sorta nel periodo arabo, col trascorrere dei secoli tale strada è stata sempre al centro di solidi interessi sociali, economici e commerciali, per non dire che essa evoca tutta quanta una storiografia legata al Risorgimento siciliano che evidentemente no n può trovare spazio in questa sede. Ma se vogliamo soltanto aggiungere che dalla metà del novecento e fino ad oggi in Via Alloro ormai residuano soltanto antichi palazzi in parte restaurati, magazzini abbandonati, botteghe artigianali e qualche negozio, è per evidenziare che nonostante sia cresciuta tra il richiamo di vetrine scintillanti di moda, d’informatica e di chincaglierie varie, a Daìta Martinez tornano ancora in mente le immagini soffuse d’una bottega di Via Alloro! E proprio da questa bottega l’autrice sembra adesso acquistare, per la sua seconda esperienza editoriale, una ricca varietà di parole da distendere convenientemente sull’ordito d’una comunicazione che si fa intimamente necessaria … di Nicola Romano
{ un ramo bucato }
annusarlo addosso il silenzio
dei candelabri scolpiti ai margini
della fronte interpretata contenendo
occhi la distanza dei verbi per non lasciarlo
ancora avanti il difetto dei corpi appuntati scalzi
sulla ringhiera del viale quando ancora
muovevano intuiti dalla ceramica accaduta sangue
nel c’era una b a m b o l a dopo l’arresto dei contorni
e pregavi sciogliendo le usure dalle piaghe alla finestra
di { un ramo bucato }
appoggiato sulla sconfitta dei seni
fino a quando è fragile carne a scendere
logica nel vassoio degli anelli compiuti anomalia
all’angolo del t r a m o n t o invocato asciutto il pane
dentro assioli di guerra successa al di qua degli spessori
indossati risvolti sopra le impronte
dei rumori calpestati nella fretta dei rimpianti
impreparati alla questua dei vestiti stracciati di
un’ora che adultera il sospetto al passaggio degli ulivi
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