Uno strano silenzio
non fa eco tra
gli spazi dell’aria,
il battito del cuore
non fa rumore,
si ferma freddo
agli ostacoli perenni,
stalattiti di sangue
rilasciano gocce
riversate negli occhi,
la nebbia taciturna
non cessa di coprire
il sole,
nemmeno i raggi della
stella più calda
trafiggono il cielo,
il tempo corre via
verso le oscure tenebre,
fissi il giorno che scompare
tra le cortine lontane,
il corpo nudo
non si difende
dalle rapaci aggressioni,
l’immagine, seppur intatta,
rimane sfocata dall’oblio,
la quiete non simboleggia
il sereno,
pensieri riversi
dalle tante domande,
quesiti che si pongono
all’attenzione,
risposte che arrivano
da lontano,
quasi a non poterle
sentire,
nelle cadenze vuote
cessa di palpitare,
i suoi passi felpati
attutiti dalla sabbia
del deserto,
sussulti estemporanei
in bianco e nero
non risaltano il colore,
un’immagine di un
paesaggio desolato
dove le case sono
coperte da polvere,
attendi che cessi
il vento per ritornare
a vedere l’organo
fermo dalla volontà
di non usarlo più
Paolo Fonzi