Il pallido cinedo
Naufrago di una stolida memoria
che ogni visione lacera e cancella,
nemica d’ogni evento della storia –
figlio smarrito di una notte bella
cieca d’astri lucenti, inerte siedo.
Chi fui? Chi sono? Pallido cinedo,
solo d’aver cantato mi rammento,
d’aver provato l’unico tormento
di non sentire appartenenza alcuna –
figlio del vento, di un’oscura luna…
…Ma un ricordo, di gioia o di sventura
uno soltanto, torni al morto cuore –
una scena compiuta, per favore,
un giorno lieto, un’ancora sicura!
Luoghi del non evento
Qui, dove nulla può
mai essere accaduto
la scena inventerò
dell’estremo saluto.
Nell’ncantato niente
la Morte è sorridente
12 marzo, Salice Pineta
Trittico del veggente
I.
Mi stupisco di essere ancor vivo
-sul ciglio dell’abisso come tanti –
in attesa di incontri interessanti,
di un riconoscimento, di un furtivo
abbraccio, una smentita della sorte –
illuso di sconfiggere la morte.
II.
Ma quel che doveva accadere
di bello e di orrendo, è accaduto:
sali al tuo belvedere,
si dissolverà in un minuto
III
Tutt’a un tratto la vidi arsa, svanita –
fino a un attimo prima sorridente,
di sé sicura, la mia dolce vita
in nuvola di fumo evanescente:
sarà così l’estrema dipartita –
un lampo breve, un’ombra, poi più niente
Roma, 4-5 aprile
Abandoned
Non ci fu una Bellezza sovrumana
né un dio che avesse a cuore questi eventi.
Combattemmo da soli. Una lontana
luna guidava i rari mutamenti
del cammino segnato. Stelle oscure
ammiccavano. Futili avventure
ci toccarono sempre, e indelibato
restò il gustoso frutto del peccato.
Roma, 3 maggio
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