Exegi monumentum: sulla poesia di Juana Bignozzi. Lettura di Franca Alaimo
Nessuna poesia di Juana Bignozzi mi sembra più sorprendente e significativa di “Quiero descansar de tanto amor” ( in Da si alguien tiene que ser después, 2010) per delineare quel “fantasma intimo e segreto” che la scrittrice argentina ha assecondato ed alimentato per tutta la vita, facendo di se stessa, viva, un mito di resistenza e di coerenza ideologica, al fine di aderire il più possibile alle aspettative degli uomini più importanti della sua vita, il padre ed il marito, e a quelle dei suoi lettori che, pure durante l’esilio in terra di Spagna, anche molto tempo dopo il fallimento del programma della sinistra argentina, continuarono a vedere in lei la testimone di un’epoca e di un’ideologia.