Macbeth 1847 musiche di Giuseppe Verdi libretto di Francesco Maria Piave
La gran cosa
Le mani non ritornano pulite, il sangue è sempre incollato alla lama, fare giustizia è una magia ritrita tolta dal gibus dell’illusionista: foreste in marcia, puerpere senza vita davanti alla semplicità del male.
E tutto questo destino, destino che ci accompagna alla chiusa ben nota, alla Gran Cosa? viene da domandarsi a cosa serva, se il finale è scritto.
A meno che ridirlo con varianti da virtuoso, come una cavatina – la piccola candela che si spegne; sarebbe morta prima o poi la regina; l’idiota ha un’ora per sbraitare in scena; la vita è un’ombra che cammina – ne sciolga la sostanza, ridando un po’ di onore al coro dove insieme ci sgoliamo, ci spolmoniamo che hanno ucciso il re (quello buono, va da sé), e all’unica romanza del tenore.
Massimo Bocchiola è nato e vive a Pavia. Traduttore dall’inglese di letteratura in prosa e in versi, è autore di tre libri di poesia: Al ballo della clinica (Marcos y Marcos, 1997), Le radici nell’aria (Guanda, 2004) e Mortalissima parte (Guanda, 2007). Ha pubblicato anche il poema in prosa Il treno dell’assedio (Il Saggiatore, 2014) e le raccolte di racconti Gli ultimi giorni di agosto (Il Saggiatore, 2018) e Stream-fermo immagine – Storie da film rivisti nella Rete (La Nave di Teseo, in progr. 2020) oltre al saggio-memoir Mai più come ti ho visto – Gli occhi del traduttore e il tempo (Einaudi, 2015).