La “misura” dell'autore è anzitutto l'uso insistito del distico: d'altra parte, l'opera si presenta con una significativa attrezzatura di pensiero dietro le quinte dei versi. Si coglie in De Luca un costruire che ha previsto una gestazione complessa per giungere a parola: tutta la silloge, infatti ha uno svolgersi uniforme intorno a domande di rilievo. Un esempio: Nel punto dove cambia la materia / dopo lenti movimenti come crosta. // Uscire fuori, percorrere le strade, stare / tra gli edifici nello spettro della città. // L'abitudine che nell'aspetto si disdice / la tua singolarità che spaventa i muri // emana ombre di diniego. Provi a contare / i luoghi, analizzi perché la trasformazione // ha tracce di passato. Siamo a un passo, / ti ripeti. Sei nel passo, constati.
Le linee rette dei paesaggi umani
ei reticoli di una foglia
quando guardi cosa vedi
la stasi di ogni movimento.
Lo spazio dell’abbandono restituisce
sei qui fermo fra i capannoni
nelle vuote caserme del commercio
puoi vedere chiaramente
la fragile imitazione
di ogni economia.
Notizia
Bernardo De Luca è nato a Napoli nel 1986. Ha pubblicato il libro di poesia Gli oggetti trapassati (d’if, 2014). È dottore di ricerca in Filologia italiana e curatore dell’edizione critica e commentata di Foglio di via di Franco Fortini (Quodlibet, 2018). Ha collaborato all’Atlante della letteratura italiana (Einaudi 2012) e pubblicato saggi su autori del secondo novecento.