Venezia limpida e ghiacciata scenografia di se stessa immutabile senza fretta si consuma come i delitti che giacciono al centro del cuore ma il gelo di oggi blocca le crepe e il sangue non fuoriesce per fortuna che fortuna avere un cuore che sanguina in silenzio d'inverno
Ogni verso è una “figura dell'anima” che emerge per poi inabissarsi al primo soffio di stanchezza o delusione, come perenne ciclo delle stagioni; il tutto in un sapiente abito metrico che Anna, superba tessitrice di emozioni avvolge nel corpo snello delle liriche. Tutta la silloge percorre la profondità dell'orizzonte, nella ricerca di un “altrove” (per citare letteralmente una fortunata mostra fotografica della nostra poetessa); sembra giocarsi tutto, tra superficie e atomizzazione, tra eredità e trasfusione, e solo la nostra sensibilità può cogliere il passaggio tra una fase e l'altra, solo la nostra capacità di immersione nel tutto ci permetterà di afferrare il cuore di ogni verso non per neutralizzarlo ma per vivere con lui nella circolazione scoppiettante della libertà.