La mano di spada il cuore di fucile. E i miei passi? Lascio agli altri di credere che tutto quello che ho fatto è volere degli dei. Il momento delle pallottole è un mio desiderio non condiviso. Il mare e poi una terra con tante voci ha riempito le mie orecchie. Non c’era voglia d’ascoltarle e in mezzo agli urli qualche volta ritornava il pianto indivisibile dei figli, soprattutto di una figlia. Ma non avevo tempo per questo e nemmeno per il sole che di notte si custodiva nel mare abbandonando sulla spiaggia ombre che soltanto la luna era un po’ in grado di richiamare. Le riconoscevo aspettando da loro un saluto come di foglia caduta nella posizione della nostalgia se appena gettato dai loro occhi sotto le stelle disegnate a ricordo sulle fronti. Nelle mani correvano fotografie con sguardi più forti delle vedette, smettendo qualche volta di scongiurarsi nell’attesa perché le decisioni potevano giocare diversamente la loro speranza naturale o giocare il loro occhio mancante o una sera cantata sulle panche del cortile di casa.
Piero Marellinasce a Limbiate (Mi) il 17 dicembre 1939 e vive a Verano Oltre alle raccolte di poesia in dialetto brianzolo, è traduttore da diverse lingue: il suo lavoro pluriennale sui poeti provenzali ha portato alla pubblicazione di una vasta antologia (2008). Ha tradotto Elegie Duinesi e i Sonetti a Orfeo di R. M. Rilke e una raccolta dal russo di poesie di V. Majakovskij. E altre traduzioni dal francese e dallo spagnolo, e soprattutto, dalla lirica provenzale del Medioevo.