Caro amico,
…la lingua s’impunta
come serve a poco dirsi tante cose:
sull’indifferenza si gioca il senso dell’essere / non essere
triste destino quello del bambino capace di volare
cavolate, certo, possiamo provare a unire vocaboli
etimologicamente corretti – metterli insieme ‘in’
similitudini di prestigio, renderemmo un servigio
– abantiqua modernità
– parole – parole – parole
– per fuggire fingendo di restare
– zafferendini – maore – istudelino
– sarà destino!
– ma – dimmi – come si può concepire il silenzio?
– con metodo d’assenzio?
– tra lo spazio del ronzio o inzuppando la narice nell’inusitato annusato?
la lingua s’impunta, ma non parla
che assieme vorrai spiegare ai ragazzi
se, cercando l’in-finito, il senso manca persino sul più ululante Treccani?
in finito infinito
spiegare cosa manca all’amico quando si perde l’amico
questo è difficile
provare a usare le parole interminabili del dire
allora, come si volerebbe alto!
sai dirmi – fuori catalogo – se nel tuo decalogo
parol’amore si traduce in prigione?
attendo risposta