Toccherò ancora il kimono dei tuoi baci
e incatenerò le lacrime
in collana da ingoiare
Sarò di nuovo figlia
di un sole da partorire
e di nuovo morirò
come luna ad ogni alba
E ridoneranno sorrisi
da collezionare
come fotogrammi
ritratti sui muri incendiati
delle dimore dove segregano le madri
E dalle narici chiuse del cielo
cercherò il suo sigillato fiato
come collo che dalle ferite ricucite
gocciola piano lento sangue bianco
Mano che strappa i sensi
al morso delle comete
Cesto in dono
ai malati senza perdono
Infuocate le braccia si dibatteranno
all’imbavagliato corpo,
bronzo d’armi
saranno ferro
a cui inginocchiare i capelli del capo
Fenderanno ogni sospiro
dei neonati dei fiumi,
ma al ruggito dell’universo
si desteranno i figli del fato,
coro a narrar tragedie
dal sapor d’amare.