L’ALTRO POETA
(vago risponde a una precisa domanda di Giuseppina Di Leo)
Fresco cantabile dei miei tormenti
contro un bagliore di saettante lama,
di cartone proietto dei fendenti
inoffensivi d’ombra, e chi mi chiama
a tenzone quale doppio, agli accenti
non conosco se per Clorinda m’ama
o Tancredi combatte parimenti,
di modo che non so qual è la trama
ed a cui danno a tesserla m’ostino.
Non mi risento in questa falsa voce,
eppure al veritiero me m’abbino,
se non che turbinoso, senza foce,
è questo corso senza meraviglia
che quanto ha dato presto si ripiglia.