Marina Green
TI DEDICO I MIEI OCCHI
Ti dedico i miei occhi, le mie labbra, i miei denti.
Le poesie? Che te ne fai delle mie poesie scritte
perché non sapevo tacere?
Che te ne fai delle mie poesie che non ti possono amare?
Com’è bello che non siamo né uccelli né devoti all’imbrunire, e non abbiamo ali ma braccia.
L’ultima cosa che ci attende non può essere
la nostra morte
perché i desideri del nostro sangue da qualche parte
devono continuare.
Tu sei una piccola donna
e un immortale agosto ti ha portato nelle mie ballate.
Resta col mio Ti Amo che sopravviverà a tutte le mie lamentevoli nenie,
a tutte le mie trasformazioni.
Resta accanto ai miei occhi.
Sopravviveremo a noi stessi,
non solo nel tumulo delle nostre tombe
perché abbiamo saputo, teneri e superbi,
fuggendo dai coltelli e dalle granate,
uccidere gli angeli in noi
continuando a restare angeli.
Posteri, cercateci qualche volta seguendo un filo rosso,
solo i nostri corpi giaceranno sotto la terra muta,
ma calpestate piano per non ferire le nostre labbra
e per non pestare i nostri sguardi morti.
Izet Sarajlic