Accosta l’orecchio
Al ventre carezzato d’una tenda,
Alle spighe sabbiose
Che affacciano sconce
Un cortile d’ondosa indifferenza,
Con sorda pazienza
Coglile fra i rovi angelici
Dove spina l’acuto del diazepam
Ricordi? Assente ascoltavi
Bisbigli di grilli piovosi
Sfrigolare dai solchi di trincea
Per salirmi sulle labbra
E lavare via il gas mostarda…
Lasciami là come una misura,
Un obolo di comprensione
Nel seno di scodelle rovesciate
Ora che un morso taciturno
Respira il mio vetro e squarcia le costole
Di quest’aria imburrata…