Tintinna lo stenditoio arrugginito
dal mio balcone inospitale
il letto scapigliato mi congeda
sul precipizio di grecale della notte
starnuta il motore di un macinino
l’alogeno d’un lamione stramazza
le cartacce raduna lo spazzino
infine infiniti rosari d’orologio
attendo dunque il mattino,mogio…
quest’è la massima quiete
forte cui posso sperare?