E ti dirò addio
in un giorno di primavera
al flebile sole di marzo
con l’arcobaleno negli occhi
e la pioggia nel cuore.
Non sarà facile
ma te lo dirò.
E quando sentirai il richiamo del mare
se la tua pelle avrà il sapore di salsedine
mi vedrai arrivare
figura evanescente
rossa di tramonto
azzurra di cielo.
E tra distese di grano acerbo
te lo sbatterò in faccia il mio addio
all’ombra dei nocchiuti ulivi
o nel rumore del traffico
tra antenne e cemento.
Te lo spalmerò sulla lingua il mio addio
e non sarà il sangue a scorrerti nelle vene
ma l’acqua torbida delle mie colpe
e la bocca avrai amara
di fiele
per gli inganni tuoi.
Sarà certo complicato
ma riuscirò a dirti addio
e tu non ti allarmare.
A scaldarti ci penserà la primavera
e sarà il canto degli usignoli
a farti compagnia.
I piedi, quelli però
di ghiaccio resteranno
come d’inverno i laghi.