Vive ai margini del paese per bene l’alito frizzante della vita
Dove popoli senza nomi si contendono giorni di esistenza
Vive ai margini del carcere il sogno puro della libertà
Fatto di tutti i peccati
Di tutti i miracoli del mondo
Così vive ai margini del corpo l’amore
L’amore
Che nel cuore non osa
È pensiero effuso dalla bocca
come fiato misto a vita
E fugge dal corpo verso sentieri di periferia
Incontrando e sposando il vento leggero
Che dai confini della primavera
Torna ogni tanto ad asciugare la noia
Scottando la pelle ancora bianca
Di un inverno di tempo insensato
Così del mare preferisco le spiagge
Così della terra preferisco le spiagge
Dentro
È massa anonima monotona ferma
Dentro è la morte
Prima che il mio corpo ne diventi sostanza
Fuggirò da questa terra
Con una meta semplice negli occhi
Vivrò con gli zingari
Fabbrica vivace di idee
Con i cani randagi delle strade
Con i sogni di miliardi di corpi cementati nel catrame
Vivrò coi gabbiani
È ai margini del giorno che l’anima si aggira
L’allegria si dirada tra le nuvole rosse
La tristezza si condensa e distilla in tiepida rugiada
E l’anima
Come una specie di bontà
Si risveglia e nascosta dal buio
Vive la sua vita romantica e fugace
Tra le note marginali del silenzio