Non creiamo poesia,
traduciamo da lingue remote.
Scrivendo, entriamo nel sonno
di qualcuno che è stato
-nel linguaggio- poeta.
Noi stessi visitati nel sonno
da altri che traducono in lingue
già morte o ancora non nate.
Comunità di dormienti, i poeti.
Vessati da un sonno d’immagini.