Ana Kapor
SPAZIO SENZA LUOGO
Che ci fa questa villa stagionale,
sembra una velina dentro il telegiornale,
a spezzare la visione prospettica di
questo arco romano più metafisico
di una delle melanconiche piazze d’Italia,
sporcata dai moderni graffi metallizzati
senza metropolitana: spazio senza luogo
alcuno se non il quadro di un pittore anonimo;
tempo senza memoria, resta un frammento
crollato sul cemento, vestigia senza origine
sopravvissute senza Pasolini non al dopo
ma all’anti–storia caudale senza più un solo uomo.
Quale orrenda forza tracima nel nostro futuro.
Pasquale Vitagliano