Non avrai altro Dio all’infuori di me
Grigi palazzi,
si confondono con il cielo e l’umore,
nel tutt’uno che eclissa la vita,
che tormenta la gramigna scevra di gioventù,
che solidamente traccia i bordi delle strade,
strade truccate da un velato color lago
dove scorrazzano piccoli pattinatori sul ghiaccio
che solidamente tracciano i loro raggi di sole.
E fluidi nella perenne stagione imbiancata
scivolano i fanciulli dai capelli color grano
creando dall’alto una contraddittoria estate
l’unica che si possa immaginare
l’unica che si possa respirare.
E in un momento una lieve brezza
scombina le capigliature dorate
creando sterminate distese di cielo.
Seduta nel ciglio la morte vi osserva
-scappare dal suo sguardo è pura casualità
Quando il calcolo del ghiaccio ci conferma
che la mortalità è in astri lontani dalla razionalità.