Non può esserci pace
nessun esito di requie
nel corpo sbattuto dall’onda
sulla riva di un sogno tradito.
Nessuna preghiera
per la plastica gelida e nera
che inganna le forme
nella paralisi di una morte
senza identità, assente di nome.
Certo una madre, di là dal mare
fissa l’orizzonte e invano attende
un richiamo, un suono
da un apparecchio che resterà
per sempre freddo e muto.
E solo il cielo
accoglierà i suoi lamenti.