Dal marzo al maggio del 1986 Goffredo Parise compone trenta testi in versi. Poco dopo, in agosto, viene ricoverato all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso e il 31 dello stesso mese muore. Le trenta poesie che ci ha lasciato le detta a due donne per lui molto importanti, Giosetta Fioroni e Omaira Rorato; non le scrive di suo pugno, poiché la malattia gli causa problemi di vista sempre più gravosi. Alberto Moravia il 14 settembre, sempre del 1986, quindici giorni dopo la morte di Parise, ricorda per i lettori di «L’Espresso» l’ultimo suo incontro con l’amico. Proprio in agosto, quasi al termine della sua vita, a casa sua a Ponte di Piave. Con Giosetta e Omaira e altri ospiti. Bevono il tè e l’umidità pesante annuncia un temporale… continua in pdf
Goffredo Parise – L’occhio del polipo
14 Marzo 2015|