Maria Grazia Calandrone “Gli Scomparsi” lettura di Franca Alaimo
Scrive la Calandrone in “Nota dell’autrice”, aggiunta in calce ai testi, di volere dedicare questa sua nuova silloge, Gli Scomparsi, “ad alcune vite incontrate grazie al museo dinamico dello schermo televisivo” ed in particolare alla trasmissione Chi l’ha visto? La silloge, dunque, racconta una serie di storie di scomparsi, alcuni ritrovati morti, altri rimasti per anni o per sempre nell’incertezza della loro sorte. Storie che accadono sempre sotto lo sguardo impassibile e innocente della Natura, dea psicopompa degli inesauribili passaggi dalla presenza all’assenza, dalla vita alla morte, entro cui spesso si lasciano volontariamente cadere i corpi dei vivi. Quelli che hanno scelto certi elementi naturali per il loro ultimo viaggio metamorfico, per esempio, l’acqua: un tipo di morte che coinvolge emozionalmente l’autrice, per via del suicidio per acqua della madre naturale, figura che ritorna nei suoi versi come un’icona nient’affatto fissa, ed invece capace di variazioni pressoché infinite.