i libri bellissimi
Per gli anni a venire – Sebastiano Aderno
Sono montanti i versi di Sebastiano Adernò, sempre ben assestati. E non è a caso il riferimento pugilistico in quanto gli uppercuts o si incassano e portano ad una reazione, o stendono al tappeto: sta al lettore allenato, contestualizzato nella contemporaneità – meglio ancora – nell’attualità di una serie di relazioni sociali – individuare una propria strategia di reazione dopo aver assimilato i numerosi spunti di riflessione e di denuncia che l’autore offre in questa sua opera prima.
Il corpo segreto – Corpo ed Eros nella poesia maschile
Corpo ed Eros nella poesia maschile
Antologia di Poesia del Corpo e dell’Eros maschile
a cura di Luigi Cannillo
Sono i corpi il dominio di Eros.
Il linguaggio della poesia, quando anticonvenzionale, ben si adatta alla rappresentazione delle sfumature più sottili della percezione di sé e della propria capacità di contatto. Con i sussurri e i brividi, tempi e i ritmi del dinamismo, del mimetismo dell’Eros. […]Tale corpo segreto si ricompone nella antologia grazie alla coralità degli interventi, alla multiformità di voci e di stili.
Luciana Moretto – Essere d’erbe
(L’Autrice)… più affonda nel suo essere d’erbe più ci appare umana, tanto più si allontana dalla trista compagnia della carne per abbracciare un composito fascio d’erbe, più ci ricorda la nostra imperfettissima e smemorata natura d’uomini. C’è sicuramente una determinazione, una volontà costantemente perseguita, in Luciana Moretto di tenersi lontano dal consesso civile, di chiamarsi fuori dall’agone quotidiano della vita sociale, di non entrare nella sfera dell’introspezione, dell’indagine sui sentimenti, della riflessione sui rapporti umani, per paura, forse, per disillusione o per disgusto o pietà verso i suoi simili. Apparentemente le erbe e i fiori, le vite minime di un prato, perfino i meno appariscenti vegetali aggrappati nei più improbabili anfratti di un muro, sostituiscono, in un incantato e disabitato eden minimale, le presenze d’uomini e donne. Apparentemente.
Semi di terra – Marco Bellini
Non c’è misura, non c’è mediazione nella poetica di Marco Bellini, ma in realtà c’è una misura e una mediazione che è indispensabile alla poesia. È osservazione attenta delle piccole cose che diventano ponte di collegamento ai grandi temi dell’esistenza: i ricordi d’infanzia, l’amore, la paternità, la vita, la morte, l’incontro con gli altri. In una parola la vita dove "…intrecciano fili l’ombra e il suo contrario".
Tre stazioni – Antonella Anedda
Queste Tre stazioni sono frammenti, prose, meditazioni nelle figure esemplari della contraddizione. Nell’insieme, la sua è una poesia che vive con la prosa: l’intensità esistenziale con un’istanza quasi innata della forma: la quotidianità logora e consunta da una parte e una lontananza nobile e raffinata. Più vicina sentiamo la sua scrittura quando raggiunge la spogliazione perfino di quel connotato di pensiero e di rigore che è un segno della sua figura umana:<<capaci ancora di essere mortali>>, nella citazione a memoria di un suo verso.
Pasquale Vitagliano – Il cibo senza nome
La chiave di lettura della poesia di Pasquale Vitagliano è il percorso di una voce che insegue, mentre la vive con intensità, una definizione del caos tutt’altro che calmo della vita con le sue ricadute continue nell’ossessivo … Quella vita che in mille rivoli e frammenti continuamente scivola via, scorre inafferrabile eppure è tenuta, provata, goduta per qualche attimo.