La qualità che più sorprende nella giovanissima Eleonora Rimolo è la fermezza della tessitura stilistica: la precisione del suo andare a capo, l'equilibrio finissimo delle soluzioni metrico-sintattiche. Ogni sequenza, nella densa brevità del suo procedere, si risolve in un unico strutturatissimo movimento, in cui brevi sintagmi si annodano entro una trama di riprese e di variazioni per via di scarti, scatti improvvisi, ricongiungimenti. La sensazione è che ogni incipit richieda una sua conclusione imminente, necessaria, febbrilmente invocata fin dal suo porsi, ma anche che ogni conclusione ingiunga con altrettanta urgenza un nuovo ricominciamento (…).
dalla Prefazione di Giancarlo Pontiggia
Perché i giorni dobbiamo viverli tutti
anche quelli in cui ci si chiede
cosa ci faccio qui, adesso?
e poi una sera finalmente la senti
anche tu questa sete
che ha martoriato i campi:
ora puoi berne, puoi bere
stanotte ogni nostro
imperativo senza temere
l’aceto, davvero ogni cosa
secondo natura, tesa
alla vertigine carezzata
dalla benedetta salvezza.
Notizia
Eleonora Rimolo (Salerno, 1991), laureata in Lettere Classiche e in Filologia Moderna, è Dottore di Ricerca in Studi Letterari presso l’Università di Salerno. Ha pubblicato il romanzo epistolare
Amare le parole (Lite Editions, 2013) e le raccolte poetiche
Dell’assenza e della presenza (Matisklo, 2013),
La resa dei giorni (Alter Ego, 2015 – Premio Giovani Europa in Versi),
Temeraria gioia (Ladolfi, 2017 – Premio Pascoli “L’ora di Barga”, Premio Civetta di Minerva, Finalista Premio Fiumicino, Finalista Premio Fogazzaro) e
La terra originale (pordenonelegge – Lietocolle, 2018 – Premio Achille Marazza, Premio Minturnae, Finalista Premio Bologna In Lettere, Premio Speciale della Giuria “Tra Secchia e Panaro”). Con alcuni inediti ha vinto il Primo Premio “Ossi di seppia” (Taggia, 2017) e il Primo Premio Poesia “Città di Conza” (Conza, 2018). È Direttore per la sezione online della rivista
Atelier.